VIAREGGIO. “Per la prima volta i gestori dei locali, senza alcuna spinta delle autorità, si uniscono per arginare l’abuso di alcol e migliorare i controlli: è un segnale piuttosto forte”. Marco Sbrana, direttore di Confesercenti Toscana Nord, inquadra così il codice di condotta e di autoregolamentazione di cui si sono dotati alcuni locali della Marina di Levante. Un “patto tra gentiluomini” da estendersi al maggior numero possibile di attività e, soprattutto, anche a quei soggetti – forze dell’ordine e Prefettura -, deputate al controllo del territorio.

Il codice è suddiviso in quattro sezioni: la prima detta le “regole generali di convivenza” fondate sul rispetto tra gestori, clienti, residenti e turisti “in modo da garantire lo svolgimento dell’attività imprenditoriale con minor impatto possibile sull’ambiente urbano e naturale circostante”.

Entrano molto più nel dettaglio la seconda e la terza sezione: l’una fissa un tetto sul costo delle bevande – minimo 5 euro per una birra e 3 per gli “shottini”: lo scopo è scoraggiare il consumo sfrenato di alcol tra i giovani -, l’altra esorta a non diffondere musica all’esterno del locale in maniera diretta, evitando ad esempio la collocazione di casse. La quarta, infine, stabilisce le regole per la sicurezza e la pulizia delle aree di svolgimento dell’attività.

MARINA DI TORRE DEL LAGOA oggi lo hanno sottoscritto Boca Chica, Carpe Diem, El Beso, Corsaro Rosso e Maki Maki. Ma, come titolava una collezione di poesie di Alexandros Panagulis che vinse il Premio Internazionale Viareggio-Versilia, “altri seguiranno”. Questo, almeno, è l’auspicio degli esercenti che hanno già apposto la loro firma.

“Vogliamo occupare il meno possibile la strada”, spiega Esmeralda Giampaoli del Boca Chica. “Se i locali riescono a lavorare all’interno delle pertinenze è più facile garantire il controllo e arginare situazioni che possono degenerare”. Per Massimiliano Diomedi de El Beso “è un impegno ufficiale verso le autorità. Vorremmo, inoltre, incentivare il consumo di cocktail analcolici per chi guida”. Non c’è solo l’abuso di alcol, ma anche l’alcol abusivo. E non è un gioco di parole: “Soprattutto sulla Marina di Torre del Lago è pieno di abusivi muniti di secchiello e ghiaccio. Nel mio locale non vendo birre in lattina eppure, la mattina successiva, ne trovo a bizzeffe…”

“Nessuno di noi avalla gli eccessi”, precisa Emiliano Cerri del Maki Maki. “Quello che vogliamo proporre è un modello di ‘movida sostenibile’ per alzare la qualità del divertimento”. Anche le istituzioni, però, dovranno necessariamente recitare la loro parte: “Deve essere la politica a dare una linea precisa sulla questione dei rumori”. Che poi è quello che è mancato negli ultimi anni. Anche perché, aggiungono amaramente i gestori, “al momento siamo impossibilitati a organizzare grandi eventi sulla Marina, troppo alto il rischio di possibili strascichi legali…”.

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